Abito in un piccolo paese, Nizza di Sicilia, un tempo patria di pescatori, "franninari"(venditori ambulanti che vendevano pezzi di stoffa e l'occorrente per confezionare vestiti nei paesi limitrofi) e latifondisti. La pesca era una delle attività su cui si fondava l'economia nizzarda, economia soprattutto di sussistenza e fortemente condizionata dalle condizioni meteorologiche che spesso imponevano lunghi periodi di fermo. Io ho quasi 37 anni ma ricordo come fosse ieri i momenti in cui si aspettava il rientro dei pescherecci impegnati per giorni in lunghe battute di pesca.Rivedo la spiaggia che si gremiva a festa e per noi bambini "du ciumareddu" (il mio quartiere) era un evento imperdibile.Oggi la situazione è cambiata, di pescatori "veri" ne sono rimasti una manciata e il mare non è più ricco e pescoso come un tempo.Tutto questo preambolo per presentarvi il pesce di questa ricetta, la costardella, un tempo diffusissima nel nostro mare, oggi pressoché scomparsa. Amo molto questo pesce ma lo compro solo se è locale, vale a dire a costi proibitivi e solo uno o due volte in questo periodo dell'anno.Tradizione del mio paese è cucinarlo fritto accompagnato da cipolla, "ca pumadoru" (in umido), alla griglia o a involtini.Qui vi propongo sia la versione a involtini che quella fritta.
Involtini di costardelle